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domenica 20 marzo 2011

Dal Salmo 32 Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.



SALMO 33
33 (32) Inno alla Provvidenza
1 Esultate, giusti, nel Signore;
ai retti si addice la lode.
2 Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
3 Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.
4 Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
5 Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
6 Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
7 Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.
8 Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
9 perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste.
10 Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
11 Ma il piano del Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni.
12 Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
13 Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.
14 Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
15 lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.
16 Il re non si salva per un forte esercito
né il prode per il suo grande vigore.
17 Il cavallo non giova per la vittoria,
con tutta la sua forza non potrà salvare.
18 Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
19 per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
20 L’anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
21 In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.
22 Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.
Il credente vede il mondo creato come un complesso ordinato, armonico e pianificato da Dio. Questo salmo è dominato dalla visione ottimistica delle realtà terrestri. Ma non solo le realtà terrestri materiali sono causate e organizzate da Dio, ma anche il fluire della storia e le vicende umane e morali. Ogni uomo è carico di senso.
Questo salmo è un canto alla provvidenza di Dio onnipotente, onnisciente e salvatore. È un inno alla Parola che crea, che dà stabilità e consistenza all’essere, che guida la storia nella giustizia e nell’amore di Dio. È un inno alla gioia e alla pace che la Parola offre a chi sa vedere con l’occhio di Dio nel groviglio apparentemente contraddittorio della storia. È un inno all’occhio provvidente di Dio che abbraccia in un unico progetto onnicomprensivo tutto l’orizzonte dell’essere. "Universo e storia hanno uno stesso punto di partenza e convergono verso un’unica meta: contemplando l’organizzazione e lo sviluppo del cosmo, l’uomo scopre il senso del suo destino e della storia universale di salvezza". (E. Beaucamp).
I vv. 1-3 sono una sintesi dell’atteggiamento con cui bisogna vivere e pregare i salmi. Sant’Ambrogio scrive: "Tutta la Scrittura divina spira la bontà di Dio, tuttavia lo fa di più il dolce libro dei salmi. Che cosa di più dolce di un salmo? Per questo lo stesso Davide dice splendidamente: "Lodate il Signore; è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene" (Sal 146,1) Il salmo, infatti è benedizione per i fedeli, lode a Dio, inno del popolo, plauso di tutti, parola universale, voce della chiesa, professione e canto di fede, espressione autentica di devozione, gioia di libertà, grido di giubilo, suono di letizia. Mitiga l’ira, libera dalle sollecitudini, solleva dalla mestizia. È protezione nella notte, istruzione nel giorno, scudo nel timore, festa nella santità, immagine di tranquillità, pegno di pace e di concordia che, a modo di cetra, da voci molteplici e differenti ricava un’unica melodia. Il salmo canta il sorgere del giorno, il salmo ne fa risuonare il tramonto".
Il salmo 33 è un inno all’amore di Dio cantato attraverso la nostra esistenza. Sant’Agostino ha scritto: Il nuovo cantico è l’uomo nuovo" (cfr Ef 4,22-24; Rm 12,1-2).
Commento dei padri della Chiesa
v. 1 "Solo se si è retti, cioè se si è in sintonia con Dio, lo si può lodare con totalità; altrimenti lo lodiamo per le circostanze favorevoli e non lo lodiamo per le altre. Dunque facciamo sì che la nostra volontà coincida sempre con quella di Dio. Quando Dio dà e quando Dio riprende ciò che ha dato, canta sempre: "Il Signore ha dato... Il Signore ha tolto" (Gb 1,21)" (Agostino).
v. 3 "Un canto nuovo è la vita nuova" (Cirillo d’Alessandria).
"Per cantare a Dio occorre uno spirito rinnovato. Colui che si protende sempre in avanti, come san Paolo, è sempre nuovo" (Basilio).
"La vita nuova è vita di risurrezione" (Girolamo).
v. 5 "La terra non potrebbe sussistere se non fosse piena della sua misericordia" (Atanasio).
v. 11 "Il piano del Signore sussiste per sempre": Dio ci ha conosciuti e predestinati prima della creazione del mondo (Ef 1,3-4)” (Agostino).
vv. 13-15 "Guardando ovunque e scegliendo, Dio si è formato un popolo" (Eusebio).
"È uno sguardo di misericordia" (Agostino).
"Guarda per fare misericordia a tutti, perché il suo sguardo non è mai privo di misericordia" (Girolamo).
"Ha plasmato il loro cuore": Dio ha cura degli uomini creati a sua immagine" (Eusebio).
vv. 18-19 "In tempo di persecuzione quando non si parla più di Dio, il solo sguardo di Dio nutre le anime e le educa per mezzo di una potenza misteriosa" (Eusebio).
"In contrapposizione alla falsa sicurezza del cavallo, Dio libera dalla morte le nostre anime con cibo celeste" (Gregorio Nisseno).
v. 20 "Pazientiamo non solo per necessità ma con tutta la gioia del Signore. Sopportiamo l’avversità con tutto il nostro animo" (Basilio).
"Si deve pazientare per amore di Dio e non rifiutare la fatica" (Cirillo di Alessandria).
"Tutto ciò che ci manda, ci piace" (Girolamo).
"Quale diritto abbiamo alla sua misericordia? Quello di aver sperato in lui" (Agostino).

Commento supplementare
vv. 1-3. Questo salmo è un canto nuovo messo sulle labbra ai giusti e ai retti che sono il popolo felice che Dio si è scelto per sua eredità. In esso si celebra l’onnipotenza creatrice della parola di Dio, il suo sovrano dominio sulle vicende del mondo e l’onniveggente provvidenza del suo occhio per il bene e la difesa di quanti confidano in lui.
vv. 4-19. Questo “corpo” dell’inno può essere facilmente diviso in quattro parti in cui si celebrano: l’opera della creazione eseguita con la forza onnipotente della parola di Dio (vv. 4-9); la stabilità del suo piano d salvezza, nonostante il mutevole e ostile consiglio degli uomini e dei popoli (vv. 10-12); l’onniveggenza dell’occhio di Dio, il cui sguardo indagatore non si ferma alla superficie, ma penetra nella parte più profonda dell’uomo, il cuore (vv. 13-15); infine l’amorosa sollecitudine per la salvezza dei suoi fedeli (vv. 16-19). La salvezza è vista in primo luogo sul piano concreto, come preservazione dalla morte che è per l’uomo dell’Antico Testamento il più grave dei mali (vedi Sal 16,10), così pure la sopravvivenza in tempo di fame è considerata la prova tangibile della sollecitudine di Dio per i suoi fedeli (cf Sal 34,10; 37,19).
vv. 20-22. La conclusione contiene la ripetuta affermazione della fiducia, piena ed esclusiva che il popolo eletto ha per il suo Dio e l’augurio che tale fiducia attiri su di esso l’abbondanza della divina misericordia. 

Fonte:padrelinopedron